sabato 31 ottobre 2020

altro che halloween!

 Oggi i più piccoli festeggeranno (nei limiti del possibile) #Halloween, ma sarebbe bello che conoscessero anche l'antico rito veneto delle LUMERE. 

In questo periodo dell’anno, in Veneto, le zucche sono da sempre protagoniste della tradizione. 
Già nei secoli scorsi si usava intagliarle per inserirci all’interno delle candele; venivano quindi esposte sui davanzali o lungo i fossi e prendevano il nome di "SUCHE BARUCHE" o "LUMERE". 
Le zucche servivano ad illuminare la strada alle anime dei cari defunti, ma anche a spaesare quelle dei morti più dispettosi. 
La sera, i ragazzi si divertivano ad andare in giro con queste zucche per spaventare i passanti soprattutto nei pressi dei cimiteri; poi andavano di casa in casa a chiedere frutta secca, nocciole e castagne. 
In ogni famiglia, inoltre, si preparava "IL PIATTO DEI MORTI" con castagne, dolci, marroni, fave, e lo si lasciava sul tavolo o sui davanzali come dono per le anime.

sabato 17 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: Sofocle

 

Finalmente, insomma, era nata la tragedia come ancora oggi la conosciamo. Non più i lunghi racconti epici degli aedi (epòmai in greco è raccontare), ma conflitto tra due personaggi che non narrano niente né contemplano qualcosa ma agiscono, fanno vivere un evento che è visto (teatro deriva dal verbo greco theàomai, vedere), nel quale eroi umani pongono domande sui perché dell’essere e lottano contro divinità e destini incomprensibili e indifferenti alla sofferenza del peregrinare dell’uomo. Il resto si sviluppa con facilità da queste premesse. Sofocle (496 – 405 a. C.,del quale anche ci sono giunte sette opere complete più numerosi frammenti di altre[1]), sempre secondo Aristotele, introdusse il terzo attore.



[1] Opere pervenute: Aiace, Antigone, Edipo re, Elettra, Filottete, Trachinie, Edipo a Colono e numerosi frammenti di un dramma satiresco, I segugi.

 

A Sofocle si devono importanti innovazioni: l’aumento del numero degli attori (da due a tre) e del numero dei componenti del coro (da dodici a quindici), e l’introduzione di una forma semplice di scenografia, un fondale che rappresentasse un paesaggio (un palazzo o l’entrata di una grotta). Il tragediografo non era dunque un semplice letterato, ma un uomo di teatro a tutti gli effetti: conosceva le tecniche di recitazione e i problemi relativi alla regia in un teatro che aveva una scena estremamente spoglia e che lasciava alla “scenografia verbale” il compito di rappresentare l’invisibile. Sofocle è l’autore di Edipo re, considerata dagli antichi la tragedia per eccellenza. Edipo scopre, in un crescendo drammatico, di avere involontariamente ucciso il proprio padre e sposato la propria madre e, mentre la madre – moglie Giocasta si uccide, egli si acceca. Alla stessa catena mitica appartiene anche Antigone, destinata ad avere una straordinaria fortuna: la giovane figlia di Edipo sacrifica la propria vita pur di seppellire suo fratello Polinice, morto in battaglia ma considerato un traditore.

Sofocle, meno impulsivo e più riflessivo di Eschilo, non riesce a scorgere nell’esistenza dell’uomo se non miserie e orrori ingiustificati. Nel mondo di Sofocle non esiste né Dike (Giustizia) né Catarsi (Purificazione). Per Sofocle la libertà del volere umano non è che illusione; la vita dell’uomo, trastullo degli dei, si risolve in avventura miseranda e vana, nata dalla tenebra e tornante alla tenebra. Nel mondo di Sofocle non v’è annuncio né promessa di luce. La vita è tutta nera. Sola consolatrice, l’arte; sola catarsi, quella del poeta, che da millenni tramanda l’intatta espressione dell’uguale, eterno dolore umano.

 

sabato 10 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: Eschilo

 

All’inizio uno solo era l’agonista che si confrontava con il coro, interpretando i diversi personaggi. Poi Eschilo (del quale ci sono arrivate sette tragedie: Le supplici, I Persiani, I sette contro Tebe, Prometeo incatenato,e la completa trilogia dell’Orestiade: Agamennone, Coefore, Eumenidi; tutte di derivazione omerica; negli eventi umani Eschilo scorge una forza misteriosa, il Fato, una giustizia inesorabile, che raggiunge il colpevole e lo castiga, lui e nella sua discendenza), secondo la tradizione tramandata da Aristotele, introdusse un secondo attore, l’antagonista: non più risposta dell’uno al tutto, ma dialogo tra due diverse persone così da dar vita alla contrapposizione di due tesi, al “conflitto drammatico”.

sabato 3 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 3^ - Storia del Teatro: la nascita del Teatro in Grecia

 



culti misterici dedicati a Diòniso, il dio dell’ebbrezza liberatoria: in essi i fedeli coralmente intonavano un canto ritmato accompagnato da danze (di cui rimane traccia nei movimenti del coro della tragedia classica), il ditirambo. Un giorno, si può supporre, un fedele più audace o geniale o semplicemente più ebbro degli altri, fingendo di essere il dio, rispose al coro: era nato l’ypocritès, colui che risponde. Non ancora l’attore, come lo intendiamo oggi, ma un interlocutore. Il monologo diventava dialogo. Ci è tramandato dalla tradizione il nome del poeta che per primo introdusse nel ditirambo la parte “parlata” del solista: Arione di Lesbo, nel 620 a. C. Successivamente colui che risponde divenne anche colui che agisce, l’agonista, l’attore: nasceva il dramma (dal verbo greco drào che significa agire), l’azione scenica.