venerdì 7 febbraio 2020

CITTADINANZA E COSTITUZIONE 13


Liberismo e Statalismo

La teoria del liberismo (formulata nella seconda metà del ’700 dall’inglese Adam Smith) sostiene l’importanza della iniziativa privata e la dottrina del “lasciar fare”, in base alla quale l’individuo deve avere la massima libertà d’intrapresa, senza che lo Stato intervenga nelle sue decisioni.
La teoria dello statalismo (derivata dalle teorie formulate intorno alla metà dell ‘800 da Karl Marx) sostiene che lo Stato deve diventare padrone di tutti i mezzi di produzione (fabbriche, terreni agricoli, miniere, imprese commerciali, ecc.) togliendoli ai privati. Lo Stato, poi, deciderà che cosa e quanto produrre, i prezzi dei prodotti e i salari dei lavoratori.
In Italia si è arrivati ad un sistema misto che cerca di contemperare le due teorie.
E non solo a livello economico: è lasciata piena libertà agli individui ma è previsto anche l’intervento dello Stato, che si riserva una funzione di indirizzo e di controllo generale. Lo Stato non soffoca l’iniziativa dell’individuo ma, al tempo stesso, interviene, attraverso alcuni strumenti, per eliminare le ingiustizie sociali causate da un liberismo applicato senza limiti e senza controlli.
Due di questi strumenti, tesi ad avvicinare sempre di più lo Stato alle esigenze del cittadino, sono previsti dall’art. 5 della Costituzione della Repubblica Italiana.