Lo Stato, per essere apprezzato
(e quindi rispettato ed obbedito) dai cittadini, deve erogare loro diversi
servizi: deve gestire, in particolare, gli ospedali, le scuole, i trasporti
pubblici, i tribunali e le forze dell’ordine. Vi saranno dunque lavoratori
della sanità, scolastici, dei tribunali e dell’ordine pubblico, retribuiti
dallo Stato in quanto svolgono funzioni di pubblica utilità. Per organizzare
questi servizi lo Stato si avvale della burocrazia,
composta da funzionari e impiegati pagati dallo Stato (e quindi dalla
collettività, in quanto lo Stato è res publica, cioè cosa di tutti) che
pianificano e coordinano il buon funzionamento di sanità, scuola, trasporti,
difesa, giustizia, ordine pubblico, ecc.
Per pagare i servizi e la
burocrazia che li organizza occorre denaro e lo Stato se lo procura mediante il
fisco, prelevando da ciascun cittadino una parte dei suoi guadagni in modo
equo, proporzionato (Art. 53
Costituzione della Repubblica Italiana che dice: “tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il
sistema tributario è informato a criteri di progressività”).