Com’è organizzato il Sistema
Scolastico Italiano
Nel settembre 2000, con
l’approvazione unanime della Dichiarazione del Millennio, 191 Capi di Governo
hanno sottoscritto un patto globale di impegno congiunto tra Paesi ricchi e
Paesi poveri. Dalla “Dichiarazione del Millennio” delle Nazioni Unite sono nati
otto obiettivi (MDG) che costituiscono un patto a livello planetario fra Paesi
ricchi e Paesi poveri, fondato sul reciproco impegno a fare tutto ciò che è
necessario per costruire un mondo più sicuro, più prospero e più equo per
tutti. Si tratta di otto obiettivi cruciali da raggiungere entro il 2015. Tra
questi, il secondo è il seguente:
Rendere Universale l’Educazione Primaria,
cioè assicurare che ovunque, entro il 2015, i bambini, sia maschi che femmine,
possano portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria.
Purtroppo, però, l’obiettivo non
è stato, per varie ragioni. Eppure sarebbe bastato che i paesi ricchi avessero
rinunciato, ognuno, a soli sei giorni di spese militari, riferite all’anno
2009, per conseguire lo scopo (pagg. 7 e 25 di EFA GLOBAL MONITORING REPORT 2011, UNESCO).
La nostra Costituzione, in questo
senso, è “profetica” (se si tiene conto di quando fu redatta): l’articolo 34,
infatti, nei primi due commi, recita così:
La scuola è aperta a tutti.
È lo Stato a gestire in prima
persona tutto il sistema dell’istruzione, fissando le regole generali (art.117); concorrono, però, al sistema d’istruzione anche le Regioni
(istruzione e formazione professionale e altro, secondo quanto previsto dall’
art. 138 del decreto legislativo 112 del 1998).
·
Vengono istituite scuole statali per tutti i
tipi d’istruzione (dalla materna all’università);
·
Anche enti di varia natura e privati cittadini
possono aprire e gestire scuole, ma ciò dovrebbe avvenire senza che lo Stato
contribuisca in alcun modo alle spese per il loro mantenimento (art. 33 c. 3);
·
Le scuole private che lo richiedono vengono
parificate a quelle statali, ossia hanno pari valore per quanto riguarda il
riconoscimento del titolo di studio.
Anche i singoli Istituti scolastici interagiscono con il territorio in
cui operano, secondo quanto previsto dal Regolamento dell’AUTONOMIA DELLE
ISTITUZIONI SCOLASTICHE (D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999) e dall’articolo 21 della
legge n. 59 del 15 marzo 1997.